sabato 19 aprile 2025

Il protagonista

Alla prima del film "ICE", l'attenzione in sala era sottile come un filo teso. Gli occhi correvano rapidi da un volto all’altro, tra sorrisi controllati e applausi misurati. Quando Leonard Vallisth entrò, non ci fu esitazione. Attraversò il corridoio centrale senza fretta, con il passo di chi sa esattamente dove deve essere visto.  Si sedette invece nella fila riservata alla produzione, accanto al regista Marco Venturiam  e alla produttrice esecutiva Silvia Rinaldho. Quel gesto, apparentemente semplice, aveva un peso preciso. Non era una scelta dettata da affetto o consuetudine, ma da necessità: mostrarsi uniti. In un settore dove le percezioni sono tutto, quella posizione comunicava a chiunque guardasse che Leonard era parte integrante di quell'accordo, di quel risultato, di quella squadra. Nessuna parola. Nessun annuncio. Solo una presenza, calcolata e impeccabile. E bastò a scrivere, senza voce, la prima pagina di quella serata.
                                            E' nell'apparenza che si gioca la verità più creduta

lunedì 14 aprile 2025

Gesù nell'orto degli ulivi

Gesù nell'Orto degli Ulivi

La notte era scesa silenziosa su Gerusalemme. La luna, alta nel cielo, diffondeva ombre lunghe sui tronchi contorti degli ulivi del Getsemani. Le fronde si muovevano appena, come sussurri di una presenza invisibile. Gesù era lì, in ginocchio sulla terra fredda, a pochi passi dai suoi discepoli addormentati. Il volto chinato, le mani tremanti. Il tempo sembrava essersi fermato.

Il suo cuore era in tumulto. Sentiva il peso del mondo intero gravargli sul petto. Ogni peccato, ogni dolore, ogni tradimento. Era tutto lì, come spine nell'anima. Alzò gli occhi al cielo, e le sue labbra sussurrarono:
— Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice. Però non come voglio io, ma come vuoi tu. (Matteo  26,39)

Un vento lieve accarezzò il suo volto, come una carezza divina. Ma la solitudine restava, e con essa l’angoscia. Tornò dai suoi amici: Pietro, Giovanni, Giacomo… dormivano. Una ferita nel cuore: nemmeno loro, i più cari, riuscivano a vegliare con lui nell’ora più oscura.

Ritornò a pregare, un grido muto verso il cielo:
— Padre, se non c'è altra via, se devo affrontare ciò che mi attende ,allora che si compia la tua volontà, non la mia.”

Nel silenzio, una figura apparve: un angelo. Non parlava, ma la sua sola presenza donava forza. Gesù si rialzò. Il terrore non era sparito, ma qualcosa in lui era cambiato. Aveva accettato.

E poi… passi nel buio. Torce accese, lame che brillavano tra gli ulivi, voci concitate che rompevano il silenzio. Giuda era in testa al gruppo, il passo deciso, il cuore tremante. Si avvicinò a Gesù e, senza guardarlo negli occhi, lo baciò sul volto; il  preludio a un dolore che nessuno poteva immaginare. Gesù si lasciò prendere. Non con rabbia, non con resistenza: Con amore.

Perché in quel giardino non fu solo la notte del tradimento. Fu la notte del coraggio. La notte in cui l’Uomo decise di abbracciare la Croce.

E il mondo non fu più lo stesso.

Bruno Gentile

Bruno Gentile
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