Danilo Ceirani

Il Riparo.                                                
Danilo Ceirani

Scrutò oltre l’orizzonte del suo cuore
cercando risposte al suo tormento,
trovò gesti insensati
al cospetto di un presente appassito,
bui silenzi alternati alle risa.
Riposto in un angolo senza futuro,
gridò e si allontanò,
affrontando ed indietreggiando
non cedette al demone 
che scavava la sua anima.
Ogni ricordo sereno del passato
diventò un rifugio,
dove pose al riparo la sua esistenza.
Trascinando il peso del suo orgoglio
si aggrappò amando le piccole cose,
in ogni gesto curò i dettagli,
momento dopo momento resistette al tempo.
Affidò ai suoi sorrisi la felicità,
alla voce calda la guida dei pensieri,
che poco a poco abbandonarono l’inquietudine.
La pace stessa albergò
nel colore intenso dei suoi occhi,
diventò semplice anche amare
quando gli era vicino,
fu nel connubio delle affinità 
che diede un senso alla sua vita.
  L’addio
 
Fa male,
male da morire,
l’addio non previsto,
l’addio non cercato.
Mi consuma il dolore,
quando ancora il mio cuore è pieno di te.
Baci , sorrisi e carezze,
tormento dei miei pensieri.
Ricordo il trucco sciolto sulle guance rosa,
la voce soffocata dal pianto.
Non riesco a mangiare,
vorrei morire.
Vuota la mente,
come una stanza fredda e buia,
nei miei  occhi solo una luce spenta
e sulle labbra il sapore amaro della vita.
Ti amo,
Ma non so dimostrartelo,
vorrei essere sempre con te,
ma mi manca il tempo.
Solo un lungo silenzio rimane a farmi compagnia,
più intenso di qualsiasi clamore,
più assordante di qualsiasi rumore.
Nudi pensieri
Senza sostegno i nudi pensieri,
scalano vani i muri dell’indifferenza.
Come piuma fluttua la mente,
leggera si alza oltrepassando il buio.
Ritorna da me perduto amore,
scintilla la fiamma
di un nuovo calore,
riardi la brace
spenta nel cuore.
Il freddo che sento
non viene da fuori,
il gelo che stringo
io ce l’ho dentro.
Dona agli occhi l’immagine pura,
se li chiudo ti sfioro,
vivo il profumo di ricordi lontani.
Sei l’addio che non so pronunciare,
dannata è l’anima nella rassegnazione,
nemica di pace corrode la mente,
innesta radici alla sofferenza,
eterea visione di una misera essenza.












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