Francesco Cecchi

L'Orologio                                      


Con le sue ruote dentate

lacera il tempo passato e vano

cosi da stracciar l’inverno e l’estate

non posso penar che vada più piano


Il suo ticchettar s’avvicina al tramonto 

uguale per l’uomo incontro alla sorte 

dei battiti ormai non tengo più conto 

neanche se lui li batte più forte


Quando l’orologio suona ogni ora

aggiunge una riga alle rughe che porto

il tempo si sente ti cresce e ti colora

fintanto che vecchio distratto s’è assorto


non sperare sia il tempo,

colui che è morto.



ENIGMA DEL POETA 


Come camminare 

sul campo arando 

e seminare 

con parole mutando, 

va lo scrittore,

distratto dal tempo che, 

il mietitore, 

vuol che nasca qualcosa di se. 

Quando poi

dal campo si raccoglie,

voci di vita,

le ascolteremo noi,

le parole, 

perle di grano,

nascoste tra le viole.



QUANDO SAPRÒ AMARTI

 

Quando saprò amarti 

non mi perderò tra le spighe di grano,

anche se avvolgono d’oro, il campo al tramonto. Non vorrò cercare la brezza leggera 

nel calore d’estate, 

neanche campane di festa o musiche dolci 

che radono il cuore. 

Se saprò amarti sarai come una chiesa,

la casa del Santo che parla con Dio 

e si prostra, affannato, 

nel tormento dell’amore e di quel beato silenzio. 

Quando saprò amarti 

sarà un’attesa che passi la notte con l’alba vicina e, mentre mi apparirai,sarà proprio me che cercavi.



Alzheimer


E ora dimmi pescatore:

“Quanti pesci puoi pescare,

ogni giorno a navigare

tra le onde del mio mare”?  

“Io non vengo per pescare, 

ma sono qui per prosciugare 

tutte quante le parole

che riempiono il tuo mare.

Debbo farti addormentare 

e far sparire il tuo dolore,

quando, infine, a navigare,

non potrai vedermi più”.


Tremori

 

questa improvvisa voglia di tremare 

Sovrasta il tormento dell’inquieto vagare, 

no, non sono vuoto, 

distinguo i colori e posso pensare.

Si addensa la nebbia sui miei ricordi 

e non riconosco il mattino, 

ma riconosco i miei figli dai loro occhi,

che li distrae la vita. 

Non sono io, 

è la terra che trema 

come quando, con la bocca socchiusa

e nel silenzio di un bacio, 

tutto tremava. 

Perseguitato da questo brivido, 

e da questo mio sforzo

mentre, trattengo la vita.




Biografia


 Francesco Cecchi.     


Nato il 4 ottobre 1960

Mi diletto a scrivere pensieri che, soprattutto di notte, mi sollecitano e mi portano ad esprimere le mie emozioni. Sicuramente non sono un granché, ma in certi momenti rileggerli mi ha dato la sensazione di poter aver sintetizzato i più complessi attimi di esistenza. Interagisco con la scrittura, senza il presupposto di sentirmi scrittore ed interagisco con la vita attraverso, anche, alcuni tentativi di deSCRIVERLA 

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