BEATS.
Matteo Frasca (foto di Enzo Topani) |
Riprendo la penna armonico,do voce ad
un nuovo visceral beat, andando a tempo
in music therapy, beat dopo beat il sangue
pompa in quattro quarti,adagiato tra le note
stretto in me, composto ma sfibrato
sento la pressione nei passi verso il
vuoto, avanzando come un kamikaze assennato
rappo muto nello scorrere della melodia,
danzo sul foglio, nel flow della notte
che giunge senza luna in ogni battito
che batte forte nel petto, cardiopatico
nelle notti bianche, beats by dree, soffici
ovattano l'ansia, parte la danza,
sono il Mezzosangue, colmo di Rancore,
Primo della lista, muto, recito il mio Salmo
al risorgere del sole , riapro gli occhi e inspiro
l'essenziale, per affrontare l'abissale ed aggredire
l'abituale, in un dolore addominale che prevale,
molesta come una spina della rosa, punge e fa male
vago tra le pagine come fossero strade a riempirle
di passi con una penna come fossero scarpe,
rimando l'intero soul affascinato
dalle foglie d'erba, sfogliando Walt Whitman
perso in viaggi introversi, immersi,
in estasi tra bassi e universi,
chiudo gli occhi e do volume ai versi
ascoltando il jazz nel ritmo della strada, in un
intensa danza, mista tra birra e nicotina dove i pazzi
di vita bruciano e bruciano come vorrebbe Kerouac, esplosi
come fuochi d'artificio, creando meraviglia
calando nell'abisso di queste strade nel
beat extreme, ne percorro miglia e miglia,
disobbediente, in trance,indossando sudice vans, mi
distacco da sta squallida realtà,off the wall, romance
viaggiavo senza meta, in una notte stellata, perdendo
la bussola, ammirando le stelle come Colombo alla ricerca
delle Indie, ho perso la rotta senza leggere le carte, trasportato
dall'arte come un ramo inerme che segue la corrente
raggi di sole tenui sulle campagne tra un
cielo che ti accarezza dolcemente il volto,
lacrime di nebbia in un cielo ingrigito, tetro
che ti guarda interrogativo senza luce
mi fascio il cranio, prima del linciaggio
per questo straccio di viaggio dove non scorgo
il bel paesaggio, destino di un cuore randagio
ma il sole sorge dalla notte,
ma la bellezza delle stelle ti inghiotte,
ma il capodanno si festeggia alla mezzanotte,
si balla fino al riecheggiare delle
rondini, con il sottofondo di una vecchia
traccia, mi abbraccia un sweet beat sballato
fino ad arrivare alle prime luci d'alba
fuori dal tunnel come Capa, svago con
la macchina senza paga, apro la valvola
che appaga, senza strada, fluttuo tra sta roba
che viene da dentro, sempre vera, vada come vada
nel battito del viaggio, negli sguardi
che ci sovrastano, nell'abbandonarsi
da regole in smoking che ci incatenano
free beat in grado di volare,
fumando in volo su un aereo, plano
sempre con lo stesso brano
sciolgo l'ermetico, sciolgo il linguaggio, e
vi do un assaggio di sto viaggio, con una buona dose
di coraggio, mi strappo sto cuore malato e ve lo
rendo in omaggio, Davy Jones salpo all'arrembaggio
vento in poppa col sole che fissa in faccia
mi tuffo dentro st'oceano, dove la brezza bacia,
sta luce espressa in questo raggio, rompo l'ingranaggio,
sto viaggio in beat è stato tutto tranne un miraggio
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IL CIECO
Tra la notte, a guardare le stelle, col freddo intorno che veste
e col nudo che scalda, un cieco senza più veste, si mise
a guardarle con me, non sapevo chi dei due vedeva più lontano
assapora la mela anche se è avvelenata, è solo parte di una
ruota iniziata, dal peccato è nata la vita, dalla vita l'evoluzione,
dall'evoluzione siamo stati capaci di vedere gli errori del passato,
il passato è ciò che guardiamo da lontano, da vicino è ciò che
guardiamo, lottando per il futuro, e allora il presente sarà reale
e sarà reale dal momento che ce ne accorgiamo, quando non si dice ma
si fa, quell'amo che pesca a largo, quel largo che ci fa sentire soli,
quell'essere soli che ci mangia dall'interno, quell'interno che di
solo non ha niente, è solo un destino, ma non è niente disse il cieco
è solo una parentesi, una difficoltà per farti assaporare di nuovo stessi
sapori, più accesi, più gustosi, in questa traccia continua, fino a che sto
cuore non smette di battere, fino a che i colori di sta vita non spariscono,
e domani sarò ancora più forte, più acceso, più continuo, più vivo
e più vivo e più sento questo sangue che scorre nelle vene, il cuore
che pompa, e questo ritmo, quest'opera che mi lascia ogni
giorno in silenzio ad ascoltare, questo quadro che più guardo e
più ammiro, e ogni volta è disegnato dalla stessa mano
in questo cielo che guarda come fossimo parte di un unica fonte,
energia pura, e persi tra le estrellas ci fondiamo in questa esplosione,
come un uragano attiriamo a noi tutto ciò che ci circonda, e ciò
che ci circonda è tutto ciò che abbiamo intorno, e come bambini,
alla scoperta ogni giorno del circostante, come fosse sempre la prima volta
immagina questo corpo che muta come un tempio e questo tempio che è
senza corpo, immagina di parlare con Aristotele, che muta Platone,
immagina Socrate che dialoga per conoscere, che parla per capire,
ascolta per vedere, espande con le onde del cosmo, si concentra sul nucleo
immagina tutta questa musica, immaginala eterna, immagina che per comporla
usi sempre la stessa penna, sul solito foglio, immagina che la rima
più bella la scrivi stretta al suo interno, immagina che si realizzi, immagina
che puoi avere confusione se sia parte calcolata del viaggio, o se le somme le
hai tirate da solo, ed è la somma di più decisioni, di più strade
incalcolate, di coraggio, di scelte, di direzioni prese con istinto
istinto che si fonde con il caso, il caso che fa parte del viaggio,
questo viaggio che crea ogni volta un nuovo miraggio, ogni miraggio
che si perde tra un nuovo caos, un nuovo caos dove dover lottare,
lottare per raggiungere, raggiungere per essere, essere per vivere,
vivere per ottenere un nuovo ordine, questo nuovo ordine da proteggere
questo disse il cieco, senza poter guardare il proprio riflesso, basta
sentire l'ardere dell'interno, fino a percepire che questa strada
è come una conta, ma l'importante è essere presente per avere una
possibilità, una possibilità è infinita se sei presente, e la conta continua
ad ogni sorso sento meglio il sapore, ad ogni sorso vado sempre
più ubriaco, più mi ubriaco più voglio risentire il sapore, e gira
e gira, tutto gira, e il cieco parla, nelle notti senza stelle, nelle
notti di luna piena, come un licantropo che lotta per un sorso d'acqua,
e che sia pura, e che ti disseti, rara come un oasi nel deserto
il cieco sta dalla parte dell'umano, tra la materia di questo
mondo, tra il qualunquismo del discorso, sente il bisogno di
essere leggero con le moire innamorate a tessere le fila di
questo percorso, con gli Dei a vedere le gesta, di un umano
su questo posto, di umani che si leggono tra le righe del discorso
è tra le righe del discorso che si crea l'intimità di una parola,
l'intimità di una carezza, e dall'intimità della carezza si crea ogni
parola, e dalle frasi che escono, leggere come foglie portate dal vento,
che tessono le fila di questo discorso, e le parole nascono, e
le parole crescono, e le parole mutano, mentre le frasi tessono
e le frasi tessono, e le stelle risplendono, e da qui, ammirando
Orione, scopro che vorrei avere ogni volta una ragione, ogni volta
un posto da conquistare, un epicentro per cui rischiare, e guardando
nel cosmo al cieco dissi, di tante persone, proprio tu mi sai guardare
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