A cosa servirà poi scrivere poesie?
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Paolo Papagni |
In questa nuova notte
Senza ormai più ombre
Il cuor quieto si domanda
Non v'è più tormento
Non v'è più tempesta
E or smarrito ansioso chiede
Per cosa ho da battere domani?
Ed io, che dell'avvenir so nulla, dico:
"Tu batti! Il perché, sol così, scopriremo!".
Follia
Quando ancor m'eri così cara, follia,
che t'omaggiavo facendo rose di carta
avanti a così improbabili amori,
c'ancor al pensier sorrido.
E or che assopita in me ti volgi,
il dolce sorriso d'un anima gaia
che con gesti d'amor ti chiami,
speri, nel segreto tuo silenzio,
ancor t'ammanti.
Cuore stolto
Ad uno come me
che ancor attento osserva
quel modo degli occhi di sorridere.
E ancor quello delle labbra,
quell’increspar soave
e quell’arricciar del naso
che fa del volto tuo di donna
dolce creatura a guisa di bambina.
Non potei tu che risvegliar il cor sopito
co’ la tua sì consapevole allegria
che il fiero e forte animo tuo sorregge.
Ed or questo mio tutto si move e agita,
com’è stolto, lui come il suo padrone,
non sa mai che pesci pigliare.
Dialogo alla luna
Stasera mentre tornavo a casa
la luna crescente
di te m'ha domandato.
Le ho raccontato di tutte le volte
in cui mi son perso nei tuoi occhi.
E poi di tutte le occasioni
che ancor non ho avuto
per baciarti le labbra.
E subito lei divertita
d'improvviso di riso s'è riempita
e così faceta, a pronunciar s'è mossa.
"Ah, sciocco!
Ad aspettar opportuno t'accingevi?
Non sai tu che la donna
di meraviglia vuol esser vestita?
E i baci con ardenza vuol strappati?".
E così dicendo in una nuvola s'è avvolta
e prima di sparir sussurrar l'ho udita:
"Meraviglia e ardenza sciocco! Meraviglia e ardenza!".
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