Nota biografica:
Pilar Teresa Barbazza nasce nasce a Motta di Livenza nel 2000 da madre italiana e padre latino americano.
Si avvicina per la prima volta alla poesia alla scuola elementare, per poi riscoprirla durante il percorso al Liceo Scientifico di San Donà di Piave, dove avvia con l’aiuto del professore di lettere un club di poesia.
Coltiva lettura e scrittura di poesie anche durante gli studi alla facoltà di Economia di Ca’Foscari, fino a ricevere una proposta editoriale dalla casa Editrice Dantebus.
Le sue poesie prendono spunto dai drammi della vita quotidiana che diventano drammi interiori, totalizzanti, esistenziali e irrisolvibili se non tramite la presa di coscienza della loro esistenza.
I suoi drammi diventano dunque la descrizione de “i drammi dell’essere-umano”.
POESIE:
AMMIRAZIONE
A volte penso non ci sia niente
di più bello della vita
Di essere incatenati a questo
mondo di facili illusioni
Di essere carnefici del caso
e vittime dell’- essere migliori -
Ma poi rifletto sulla nostra
estrema condanna
con infinita ammirazione
/ la vendetta crudele
di un dio senza nome /
è che non c’è gioia, priva di dolore.
PRÍVUS-LÍGIUM
Sentirsi per un attimo
che quello che si sta facendo
è giusto: un privilegio
negato, pur anche se perseguito
tenacemente, a chi
si dimentica, che sia per un attimo
o per un’intera vita,
che cosa significhi Esistere
- per se stessi -
E io, che sono una
di loro, non posso
fare altro
che acconsentire a questa
/ inevitabile /
ambiguità di esistere.
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Essere presenti a se stessi
condividendo questo
minuscolo agglomerato
di atomi e ipocrisia
non dev’essere un lavoro facile
per chi non si sa regalare
l’insindacabile beneficio del
- dramma di essere umani -
E io, che non sono
mai stata capace
di inventare scuse,
non posso che abbandonarmi
all’inevitabile lotta
che è la con-vivenza
di Io con Me
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