lunedì 12 aprile 2021

Gino Severini

Nato a Cortona, giunse diciottenne a Roma. Qui Giacomo Balla lo avviò alla pittura divisionista che approfondì a Parigi a partire dal 1906 . A Parigi fu a contatto con Pablo Picasso, Georges Braque, Juan Gris e Guillaume Apollinaire, e partecipò al nascere e allo svilupparsi del cubismo . Theo van Doesburg ha definito lo stile di Severini psychisch kubisme . 




Il futurismo

Trasferitosi a Parigi nel 1906 per studiare la pittura d'oltralpe degli impressionisti e dei post-impressionisti, Severini conosce molti dei maggiori esponenti delle avanguardie artistiche della capitale francese, tra cui Paul Signac, Georges Braque,Juan Gris, Amedeo Modigliani, Pablo Picasso e i poeti Guillaume Apollinaire, Paul Fort e Max Jacob. Durante questo periodo parigino, Severini svolge un importante ruolo di collegamento fra gli ambienti artistici francesi e italiani, in particolar modo tra sensibilità cubiste e futuriste. Frequentatore di cabaret, Severini rappresentò in modo molto efficace e originale quel mondo notturno di luci e danze in capolavori come La danza del pan pan al Monico , Geroglifico dinamico del bal tabarin e Ballerina in blu , giungendo a una visione caleidoscopica in cui spazio e tempo,presente e passato, insieme e particolare si fondono in una festa di luci e colori.

Dal cubofuturismo al classicismo

Dal 1921, in cui pubblica il trattato Du cubisme au classicisme , Severini passa da un'estetica «cubofuturista» ad una pittura che si può definire «neoclassica» con influenze metafisiche, dimostrandosi buon termometro di un sentire diffuso in tutta Europa dopo il grande trauma del primo conflitto mondiale. Si trasferisce a Roma,dove partecipa alla Quadriennale nel 1931 e nel 1935, anno in cui vince il Gran premio per la pittura, presentando un'intera sala a lui dedicata. Torna a Parigi, dove realizza una grande decorazione per l'Esposizione Universale, e in seguito alterna soggiorni tra la Francia e Roma.

Il secondo dopoguerra e il ritorno al futurismo

Nel 1949-1950, Severini aderisce al progetto dell'importante collezione Verzocchi,sul tema del lavoro, inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera Simboli del lavoro. Si trasferisce definitivamente a Parigi, dove avrà una cattedra di mosaico con Riccardo Licata come assistente.

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Bruno Gentile

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